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Spesso confusa con altre branche della medicina naturale, la fitoterapia invece fa parte a tutti gli effetti della medicina tradizionale pur conservandone la sua estrema naturalità.
Su dieci farmaci che compriamo in farmacia, cinque sono di estrazione vegetale, basti pensare ad es. ad un farmaco principe per il cuore che è il Lanoxin e che deriva dalla digitalix purpurea, o ad un potente antileucemico, la Vincristina, che deriva dalla Vinca maior.
La fitoterapia offre dunque una vasta gamma possibilità di cure pur rimanendo sempre nel campo della medicina scientifica. Tutte le possibili terapia in ogni caso vanno valutate con attenzione sapendo che anche con le erbe si possono anche fare dei grossi danni.
E' il caso della stipsi: si crede comunemente che "vegetale" sia sinonimo di "naturale" e dunque benefico, ma spesso non è così: gran parte dei prodotti erboristici contro la stipsi sono a base di senna (cassia) potente pianta medicinale che agisce contro la costipazione intestinale per "irratazione"; irrita cioè il colon che, aumentando la peristalsi permette l'evacuazione; ma a lungo andare la senna può dare melanosi intestinale primo passo verso il tumore del colon.
Dunque molta attenzione alla fitoterapia che non è affatto una medicina dolce, ma solo una medicina altamente scientifica che permette di trattare alcune patologie in maniera naturale e senza l'uso della chimica.
Quali sono le patologie che più beneficiano della fitoterapia? Dopo venticinque anni dedicati a questa materia credo di poter dire che sono veramente poche: l'obesità, la ipercolesterolemia, l'ipertensione, i problemi circolatori, i dolori articolari, la colite ulcerosa. Non certo dunque una angina pectoris o una ulcera gastrica che a mio avviso hanno bisogno della farmacologia clinica.
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